[pillole di motocliclismo] In mezzo al prato...
...sono diventato vecchio e spesso rifletto su alcuni aspetti della vita. Il passare degli anni mi ha reso a tratti più introspettivo e meno istintivo. Con il respiro rotto da un briciolo di amarezza ripenso al passato e alle emozioni forti che ho vissuto.
Uno, tra i tanti episodi che mi vengono spesso alla mente riassume alcuni degli aspetti che al momento mancano nella mia vita; i ritmi vertiginosi di un uomo, padre di tre figli, che sta percorrendo la strada per "i cinquanta" hanno irrimediabilmente limitato alcune di quelle emozioni che hanno sempre fatto parte di me.
Circuito di Rozzano. Era il lontano 2007 e riaccendevo la minimoto solo per divertimento e non più per agonismo.
L'inverno aveva i giorni contati e il profumo della primavera che stava arrivando si mischiava con quello dell'olio incombusto del due tempi rilasciato dai motori durante nella prima loro accensione.
Pueemmm, Pueemm, Pueemmm (direbbe qualcuno che conosco...)
La pista era ancora umida per la pioggia caduta il giorno prima ma le traiettorie si stavano asciugando.
La rivalità con Ago non ha tempo, non ha età, non ha disciplina, non ha dimensione...
Da quando eravamo post adolescenti e ci siamo incontrati quelle scintille di sfida tra i nostri occhi non si sono mai spente. Così come la nostra amicizia che è sempre stata (e lo è tuttora) grande e meravigliosa.
Quando era in discrete condizioni siamo scesi entrambi in pista per saggiare il grip ed affinare il setup di gomme, frizione e carburazione come di consueto. Uno shakedown prima dell'ennesima sfida...
Terminato il turno, lavorando con le moto sui cavalletti quella scintilla si è accesa diverse volte nei nostri sguardi di sfida; ma come al solito è bastata la nostra stupida e chiassosa risata per trasformare quella parvenza di cattiveria in "ignoranza" pura. Provocazioni e grandi abbracci prima di scendere in pista non sono mai mancati insomma..
Ago è un osso duro in moto. Qualsiasi moto abbia sotto il sedere. In alcune discipline è imbattibile, in altre lo sono io... ma in diverse occasioni il livello di competitività è assolutamente alla pari e la differenza la fa "il momento".
Quel giorno, dopo un giro di riscaldamento, inizia "il cinema".
Ricordo che ero più veloce di Ago in quell'occasione e l'ho fatto passare per seguirlo.
Nelle nostre bagarre lui non si è mai tirato indietro: adoro questa sua tenacia che sfodera anche nei casi in cui è più lento del suo avversario.
Nella doppia a destra dopo il piccolo rettilineo sono più veloce e non appena lui si allarga trovo lo spazio per passare e, con un piccolo contatto di ginocchio, mi faccio strada per sopravanzarlo... ma non si arrende e nel successivo cambio di direzione sento il sound del 2T nel mio orecchio sinistro prima di vedere la sua nera DM "dentro" e un attimo dopo ancora davanti a me. Uno dei tanti sorpassi fatti nello stesso modo in quel turno.
Nel lungo rettilineo riuscivo sempre ad affiancarmi in velocità ma non riuscivo mai a portare a termine il mio attacco perchè, nel momento in cui eravamo appiati ci guardavamo in faccia, ingobbiti per ottenere il massimo del cx aerodinamico, e scoppiavo a ridere sentendo le sue risate sotto il casco; impossibile rimanere concentrato.
Allora ci provavo in curva.
Ago è un gran staccatore e per riuscire a passare era necessaria una manovra perfetta, anche un po aggressiva, ma pur sempre con i tempi giusti. Spesso gli attacchi in frenata non andavano a buon fine e allora ero costretto a farlo "in percorrenza" dove ero un tantino più agile.
Non ricordo le volte che ci siamo passati in quel turno ma ricordo che erano davvero tante.
La curva che immette sul lungo rettilineo di partenza è preceduta da una doppia a sinistra. Una veloce doppia a sinistra in cui riuscivo ad essere molto veloce.
Era da qualche giro che lo stavo studiando per mettermi davanti a lui all'ultima staccata ed imboccare il rettilineo per primo e provare ad andar via e non sentire più il suo odioso ronzio.
Forzo al massimo l'ingresso della doppia a sinistra sentendo entrambi i motori "accorciare" aggressivamente nel veloce cambio di direzione.
Cerco di portare il corpo all'interno della curva il più possibile per mantenere una buona velocità e non perdere direzione e di conseguenza andare alla deriva...
Parzializzo e apro il gass presto prendendo qualche rischio per poter uscire forte e prepararmi alla staccata della successiva a destra che immette sul rettilineo.
Freno forte... ma lui fa lo stesso, forse ancora più di me perchè sapeva che l'avrei infilato dato che ci avevo già provato diverse volte.
Portiamo entrambi la frenata fino alla corda (la guida in minimoto è fantastica per questo aspetto perchè ti permette di frenare quando sei già con il ginocchio per terra arrivare con i freni "strizzati" fino al cordolo)
"Ahhhhh maledettoooo cosa freni cosi forte? Non mi fermo, non mi fermo, non mi fermoooo" - penso sotto al casco - e, in una frazione di secondo, ci troviamo entrambi in mezzo all'erba con una minimoto sopra l'altra, ridendo come due pazzi...
Mi mancava il respiro sia per lo sforzo fisico della guida che per la folle risata che si era consumata tutto il mio ossigeno rimasto. Una risata lunga, chiassosa e liberatoria...
Sporchi di fango, abbiamo spostato le rispettive minimoto e ci siamo abbracciati. Ricordo come se fosse ieri quel lungo abbraccio.
Oggi riflettevo proprio su questo episodio. Forse mi ha toccato così tanto proprio in questo momento di restrizioni e di associalità come quello che siamo costretti a vivere oppure perché ci trovo tanta vita dentro; amicizia, agonismo, competività, voglia di primeggiare, adrenalina, divertimento.
Mi mancano molto tutte queste emozioni questo ma sono grato di averle potute vivere e di ricordarle ancora con tutta questa gioia.
Ci sono tanti altre persone con cui ho condiviso momenti del genere, rivali in pista e grandi amici fuori, e credo che il motociclismo e lo sport in generale siano una meravigliosa medicina per guarire tutte le piccole rogne che viviamo ogni giorno...
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