SuXilo ::: Monza ::: 15 Ottobre
Ecco arrivato l’ormai tradizionale appuntamento di fine stagione all’autodromo di Monza, a due passi da casa. Tale vicinanza può lasciar presagire una certa comodità ed elasticità della trasferta, a differenza di altre occasioni dove causa la distanza è necessario fare i conti con levataccie all’alba o notti fuori casa. E invece non è così...
La VERGOGNOSA organizzazione dell’autodromo costringe migliaia di appassionati motociclisti a presentarsi al cancello di ingresso ancor prima delle 6 del mattino per mettersi in coda e accaparrarsi il tanto desiderato numerino stile “adesso tocca a me” del supermercato dietro l’angolo…
Figli della new economy e spettatori dell’informatizzazione delle più svariate realtà lavorative e di vita, all’AUTODROMO NAZIONALE DI MONZA vengono utilizzati ancora sistemi primitivi, senza ombra di dubbio a vantaggio delle casse della direzione che, con l’imposizione del biglietto di ingresso di 5€ per entrare in autodromo vede accrescere il proprio bottino al transito di tutti i motociclisti che accorrono con la SPERANZA di riuscire ad acquistare almeno un turno di prove libere.
Purtroppo questo fenomeno non tende a cessare ma aumenta di anno in anno tanto da invitare l’organizzazione a continuare con la politica del ‘magna magna’…
Stupidi complici di questa ‘farsa’ anche io, Gazza e Gianni che ci siamo dati appuntamento alle 6.30 del mattino davanti al cancello di Vedano al Lambro.
Sveglia alle 5.45 (non mi alzavo così presto da anni, quando andavo in montagna a sciare con l’associazione sportiva del paese) dopo un sabato a base di pizza e birra, ancora in circolo e in fase digestiva. Un litro di acqua a dissetare il deserto dei tartari che era la mia gola e via verso la camera da letto per vestirmi di tutta fretta, ricoprendomi di vari strati felpa, giubbino in cordura, tuta antipiogga… per combattere la frescura delle prime ore del mattino.
Ancora avvolto dalle tenebre lascio il cancellone di casa procedendo lentamente verso l’autodromo, impaurito dagli imbecilli del sabato sera che hanno fatto già TROPPO male alla mia famiglia per poterlo fare ancora…
Arrivo al cancello di Vedano e un muro di persone impedisce a tutti i motociclisti di scavalcare la lunga coda di auto con carrello e furgoni, costringendo tutti a fare la coda come hanno fatto loro dalle 5 del mattino. Manifestazione che porterà anche a una breve rissa tra uno di questi motociclisti che ha pensato bene di scendere e passare alle mani per sistemare la situazione.
La mia pseudo-saggezza mi consiglia di fare il giro e provare ad entrare in autodromo dall’altra entrata dove trovo solo 5 persone che attendono che il cancello venga aperto. Una volta aperto siamo dentro e anche qui è necessario fare discussione con tutti coloro che si sentono traditi da chi ha deciso di recarsi in autodromo in moto in modo da scavalcare la fila.
Ho il biglietto. Sono uno dei primi. Che emozione!!!
Entro in autodromo dopo avere REGALATO 5 € all’uomo dai capelli bianchi dell’ingresso e una volta entrato nel paddock attendo che aprano gli uffici per prendere due turni categoria licenziati.
Nel frattempo telefono agli altri membri del gruppo che sono ancora in coda vittima della rappresaglia dei furgonati/carrellati che li hanno costretti a parcheggiare lo scooter ed entrare in macchina con amici…
Dopo una mezz’oretta arrivano anche loro e, insieme, aspettiamo l’apertura degli uffici.
Siamo i primi. Abbiamo i turni. Uno alle 11.30 e uno alle 14.
Riprendiamo le nostre moto e ci dirigiamo in Pioltello City a recuperare macchina, carrello e furgone, chiaramente dopo una soddisfacente colazione offerta da casa Gazzoli. Ritorniamo in autodromo. Le lunghe code all’ingresso sono ormai un lontano ricordo e, una volta ritornati nel paddock, cerchiamo un posto per piazzare il GRT gazebo e scaricare le moto pronte per entrare in pista.
Grazie a T2 Racing per la prima volta ho la fortuna di montare sulla mia moto una bella coppia di coperte termiche per scaldare le mie Supercorsa in mescola nuove ‘di pacca’.
I minuti che ci separano dall’ingresso in pista del primo turno scorrono veloci e rumorosi, cullati dal suono dei motori a gass spalancato che passano alle nostre spalle sul rettilineo opposto a quello di partenza.
E’ una giornata speciale questa che sto passando a Monza; per la seconda volta dopo anni che scendo in pista, nel paddock e sugli spalti un graditissimo ospite; il mio superPapà!
E’ strano associare la sua figura all’asfalto del paddock, alle due ruote, ai gazebo insomma al mio mondo… ma questa volte lui c’è e per me è una giornata meravigliosa.
Dopo aver fatto benzina e invertito il ricevitore del trasponder alla #53 è tempo di indossare tuta e stivali in attesa dell’ingresso in pista.
Qualche minuto prima dell’ingresso via le coperte termiche, moto giù dal cavalletto e via verso la corsia box dove un mare di motociclisti sono in fila in attesa dell’apertura dei cancelli. Ben 67 moto pronte ad entrare in pista per il secondo turno di prove libere dedicato ai licenziati.
Ci siamo…
Ancora una volta lungo la corsia dei box di una delle piste più titolate e affascinanti del mondo… prima di percorrere l’immenso rettilineo che porta alla staccata della prima variante; un bacio al cielo per salutare ancora una volta colei che da tempo mi protegge in ogni momento della mia vita e giù la visiera a gas aperto iniziando il turno con estrema calma per rodare a dovere le gomme ancora nuove.
Dopo un giro inizio a spingere ma l’impressione è che questa volta non sarà così facile tenere il passo delle altre moto, causa l’elevato numero di piloti (gran parte reduci da campionati nazional) davvero veloci. Da quando entro in pista in sella ad un 600 non mi era mai capitato di essere” sverniciato” così palesemente; al passaggio dei millOni avevo la sensazione di essere letteralmente spettinato, tanto era la differenza di velocità tra me e loro. Una sensazione per niente piacevole, anzi direi molto frustrante…
Provo a prendere il MIO ritmo ma una rapportatura eccessivamente lunga mi impedisce di trovare il giusto feeling con la #53 tanto da vedere il crono fermarsi costantemente sul 2.07, ben lontano dal 2.03 dello scorso anno. Nonostante provassi a cercare nuove traiettorie e nuovi punti di riferimento per sfruttare il rapporto il risultato finale non cambiava; best lap 2.06.2 e nulla di più!
A metà turno giallo alla prima variante.
Una volta pronto per il cambio di direzione punto lo sguardo lontano e purtroppo vedo Gianni a terra con la moto sdraiata tra erba e asfalto, proprio all’uscita della prima variante.
Passandogli vicino mi sincero delle sue condizioni fisiche e poi dritto a gas spalancato verso il curvone che porta alla variante della Roggia.
Insoddisfatto della mia prestazione continuo a percorrere i velocissimi kilometri del tracciato brianzolo fino a quando avverto una brusca sensazione di ‘indurimento’ del motore all’uscita della variante della roggia, facendomi pensare ad una rottura meccanica. Attimi di panico e dispiacere sotto il casco procedendo lentamente fino ai box…
All’ingresso della parabolica il motore si ammutolisce lasciandomi la speranza che fosse SOLO finita la benzina.
A spinta fino a sotto il gazebo dove qualche scambio di impressioni sul turno appena passato occupa parte del tempo che ci separa dal nuovo ingresso in pista.
Grazie alla sempre preziosa collaborazione di Senior Gazzoli che si è dedicato a cambiare i rapporti sulla mia R6, il secondo turno si preannuncia più performante perlomeno sotto l’aspetto tecnico.
Purtroppo quest’oggi non riesco ad esprimermi al meglio. Complice la presenza di mio padre sugli spalti che inconsciamente sembra rappresentare un freno alle mie performance…
Non credo di essere stato bravo a sfruttare il treno di gomme nuove. La moto non si è mai scomposta, quasi come se fosse su un binario.
Provo a tenere la scia di qualche pilota più veloce di me ma è davvero difficile. Due Yamaha R6 2006 mi hanno passato sul dritto con una facilità disarmante. Provando a tenere la loro scia perdevo ad ogni accelerazione, forse anche a causa di una carburazione non perfetta sulla #53.
Honda RR600, Kawasaki 599 2005 e Yamaha R6 le principali fonti della mia frustrazione in pista a causa dell’eccessivo divario di prestazioni.
Continuo per la mia strada e fortunatamente ad ogni giro vedo il crono abbassarsi fino a raggiungere il tempo di 2.04.1, non lontano dal 2.03.8 dello scorso anno.
Poco dopo la metà del turno bandiera rossa in parabolica…
In ingresso non vedo alcun segno di caduta ma quando mi affaccio verso l’uscita in lontananza vedo una moto blu sdraiata e distrutta; riconoscendo la scritta Yamaha giallo fluo mi rendo conto che il protagonista della rovinosa scivolata è ancora una volta il Gazza che dopo l’ultima uscita a Franciacorta è riuscito a sdraiarsi ancora, ma con danni decisamente maggiori fortunatamente solo alla moto.
Lo vedo in piedi con il pollicione alto a tranquillizzarmi, prima di imboccare la corsia box per attendere la nuova apertura della pista dopo ‘la rossa’.
Rientriamo in pista ancora una volta dopo l’ennesimo stop; incontro uno splendido Ducati 999 Troy Bayliss Replica con cui faccio qualche giro divertendomi in bagarre sulle staccate e prendendo ‘paga’ sul dritto.
“…Staccata alla morte all’ingresso della parabolica tanto da incollarmi al suo scarico ‘bistecchiera’, apertura anticipata in modo da sfruttare in pieno la minore accelerazione del mio 600 e una volta vicinissimo sento il calore del suo scarico al momento della rumorosa apertura del bicilindrico. Una meravigliosa sensazione…
Prendo la scia sul rettilineo ma non riesco nemmeno ad affiancarmi ma alla prima variante staccata alla morte e…. DENTROOOOOOO.”
Finisce il turno.
Divertito… ma insoddisfatto! Mi è mancato qualcosa: forse, anzi probabilmente, la grinta…
Illeso dopo la debacle dei compagni di avventura, rifletto dopo aver visto i danni sulla moto del Gazza. Lo scorso anno la stessa scena è avvenuta sulla Kawa di Ringhio e di AlePitbull… Forse Monza è un po troppo pericolosa per il portafogli.
Anno 2006 terminato. Il bianco perlato della #53 è sano e salvo! Appuntamento al 2007
Ringrazio Gianni_mnemonic per le Foto in pista; amico con la passione per le foto che ha scattato diverse perle a gran parte dei partecipanti dalla torretta all’ingresso della parabolica.
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