SBK ::: Gp Qatar ::: Dominio Suzuki
Apertura del Campionato Mondiale SBK sul circuito asiatico del Qatar. Suzuki protagonista assoluta del primo round collezionando due vittorie in entrambe le manche, nella prima con Troy Corser e nella seconda con Kagayama.
Prima Manche:
Una prima manche emozionante, tesa e che ha rispecchiato i valori espressi dalle prove, sia pure senza Chili e Cardoso, che per problemi tecnici non hanno neppure completato il giro di allineamento.
E’ stato Kagayama a scattare più veloce di tutti al via, tenendo a lungo a bada due piloti ben più accreditati di lui come Corser e Laconi. E se l’australiano non ci ha messo molto a liberarsi del compagno di squadra, il ducatista ha faticato molto di più per scavalcare Yukio e la sua impressionante Suzuki, capace di non concedere niente neppure con il favore della scia alla bicilindrica italiana. C’è voluto tutto il manico del francese per mettersi dietro il giapponese e lanciarsi all’inseguimento del ritrovato “Mr. Crocodile”. Come sarebbe andata a finire è difficile dirlo: è vero che Regis stava recuperando rapidamente su Troy, ma era anche evidente come Corser abbia calato il ritmo alle prime gocce di pioggia che hanno provocato l’interruzione del 12° giro.
L’interruzione ha stroncato sul nascere il duello fra i tre ufficiali Yamaha Pitt, Haga e Abe. Duello in cui tutti e tre hanno dato spettacolo – da cineteca il sorpasso all’esterno di Noriyuki sul compagno di squadra – ma in cui si è particolarmente messo in luce Abe. Il giapponese ha molto da recriminare, visto che ha dovuto partire per la seconda frazione di Gara-1 dai box per un problema al cambio…
Al secondo via Kagayama replica, ma stavolta tiene il vantaggio fino al traguardo: nei sei giri della seconda manche il giapponese ha guidato come un indemoniato, senza risparmiarsi mai e resistendo all’incalzante Laconi anche quando le gomme hanno alzato bandiera bianca. Il ducatista non ha niente da rimproverarsi, avendo dato tutto quello che poteva per ribaltare un verdetto già segnato da gara-1. Il dato che emerge da questa prima gara in Qatar è che le Alstare Suzuki, quest’anno, saranno ossi durissimi. La micidiale doppietta del team belga ha un sapore di rivincita rappresentato dalle lacrime della moglie di Corser abbracciata ad un felice Giacomo Guidotti dopo l’arrivo. La stagione è appena cominciata, ma Troy ha rapidamente ricordato a tutti cosa sa fare in sella ad una moto competitiva.
Si confermano terza forza del campionato le Yamaha, nonostante il consistente ritardo al traguardo. Già detto di Abe, gli ufficiali Pitt e Haga hanno venduto carissima la pelle, mettendosi dietro Toseland. E ‘ vero, l’inglese non è ancora in perfetta forma fisica e si è comunque reso protagonista di una bellissima rimonta nel corse della seconda frazione, ma un campione del mondo è pur sempre il numero 1. Onore al team italiano per aver saputo rinverdire i fasti di qualche anno fa con una rapidità impressionante. Alla ribalta anche le moto private di Iwata: si è messo in luce in maniera particolare Silva, confermando così lo stato di forma suo e della R1, Stesso discorso per Borciani, dodicesimo, che ha salvato il bilancio del Team DFX in gara-1 con una seconda frazione di gara particolarmente incisiva. Rimpianti invece per Vizziello, come per tutto il weekend alle prese con una forcella che non ha lavorato come doveva.
Seconda Manche:
Kagayama torna dal Qatar in testa al campionato del mondo Superbike. Dopo ave centrato il secondo gradino del podio in gara 1, riesce a fare ancora meglio nella manche finale. Con una serie impressionante di giri veloci (tutti sul passo dei 2’02”), il giapponese del Team Alstare Suzuki Corona Extra regala la doppietta ai tecnici di Francois Battà, dimostrando una superiorità schiacciante della GSX-R 1000 K5 nei confronti delle altre avversarie: “Quando ho superato Troy, ho spinto al massimo con l’obiettivo di arrivare ad avere tre secondi di vantaggio. Appena raggiunto l’obiettivo, ho cercato di controllare la situazione senza prendere troppi rischi... Ringrazio il team, è sorprendente per me essere al comando del campionato dopo la prima gara, con una vittoria ed un secondo posto all’attivo”.
Alle sue spalle, con circa due secondi e mezzo di distacco, si è piazzato Regis Laconi, che ha salvato degnamente l’onore della Ducati, stordita dal questo uno-due della Casa di Hamamatsu. Costretto a subire l’ottimo “tappo” attuato da Corser ad inizio gara, non è riuscito poi ad annullare il gap, accontentandosi della seconda piazza che vale il terzo posto in campionato: “E’ stata una manche dura. Sono partito male ed ho perso un po’ di tempo per recuperare le posizioni. Sono soddisfatto perché quest’anno, a differenza del 2004, torno a casa dalla prima gara con trentasei punti… Il campionato è lungo e questi punti, alla fine, potrebbero rivelarsi fondamentali”.
Dietro di lui ha chiuso proprio Troy Corser, meno brillante rispetto alla prima manche ma comunque soddisfatto del doppio podio centrato dopo tanti mesi di digiuno: l’ultima bottiglia l’aveva stappata lo scorso anno a Misano, terzo con la FP1 dopo una gara rocambolesca: “Il set-up del posteriore non mi dava sicurezza e così ho guidato molto con il davanti, consumando la gomma prima del previsto. In più, nei primi giri, ho avuto qualche problema con l’olio lasciato in pista da qualcuno, che mi ha costretto ad allargare la traiettoria e fatto perdere molto tempo. Nella seconda manche Kagayama ha guidato meglio e si è meritato la vittoria. Sono contento per lui e per il team, portiamo a casa un ottimo risultato…”
All’australiano è andata bene che il connazionale Vermeulen si sia svegliato tardi: nel week-end, Chris ha accusato parecchi problemi fisici e dopo una onesta gara due ha pensato bene di riscattarsi nella manche conclusiva, chiudendo in gran rimonta ad un solo secondo dall’ex campione del mondo.
Ko in gara 1, Chili ha fatto vedere di non essersi dimenticato come si guida una moto, regolando sul traguardo un folto gruppetto di avversari. Il Team Klaffi sta lavorando bene: la grigia CBR 1000 RR ha un gran motore che il bolognese ha saputo sfruttare fino alla fine, tornando a casa con un ottimo quinto posto che fa morale e punti in vista della gara di Phillip Island.
Si è difeso meglio nella frazione finale il campione del mondo Toseland, sesto e ancora sofferente per la caduta della quale è stato protagonista nei test. Guidando così di certo non si arriva lontano ma aspettiamo l’Australia prima di tirare le somme…
Ha stupito anche il tedesco Neukirchner, che per parecchie tornate ha guidato il gruppetto degli inseguitori. Il 19enne ha un bel manico e sotto “l’ala” di Chili, suo compagno di squadra nel Team Klaffi, potrebbe maturare davvero in fretta… L’ottava piazza conquistata dietro ad una vecchia volpe come Abe e davanti alle due Yamaha di Pitt e Gimbert ne è la dimostrazione.
Lanzi, in 12° posizione, è stato il primo degli italiani davanti a Bussei (14°) e Sanchini (15°) bravi a conquistare gli ultimi punti disponibili per la classifica.
Da registrare le uscite di scena di Cardoso (portato al medical center per un controllo), Bostrom e di Muggeridge e Walker a causa di un tamponamento dell’australiano in percorrenza di curva.
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